venerdì, Aprile 19, 2024
Giudizio Universale

Giudizio Universale: Mattanza

Penso che più si va in là con gli anni  e più si ricordano gli avvenimenti trascorsi nell’infanzia. Belli o brutti che siano. Credo sia una legge della natura. Proprio giorni fa pensavo a quelle tre estati passate in Sicilia.

Addirittura una volta stettimo un intero anno. Tutta la famiglia. Mio babbo lavorava a Siracusa e allora mia mamma decise di portarci giù. Mia sorella che era un pò piu grande, non la prese tanto bene, tanto che, appena la scuola lo permetteva, prendeva il treno e veniva su dalla nonna. Il treno. Ci voleva quasi una giornata. Mi ricordo che abitavamo in affitto, dietro una delle piazze, non la principale della città. C’era una scalinata che portava in una stretta via. Era molto bella. E grande. Più grande di quella di Santo Stefano. Ricordo che per la prima vota ebbi dei brividi verso una persona di sesso diverso. Era la figlia della padrona. Il suo nome era Stefania. Graziosa, mi piaceva e le dovevo insegnare a “parlare toscano”. Così diceva. Ci scrivemmo per un pò di tempo. Ma il ricordo che mi e’ rimasto nella mente è quando mio babbo una mattina di Maggio mi portò a Castellamare del Golfo. Partimmo con la 1100 a Mezzanotte, arrivammo alle luci dell’alba. Lì c’era, diceva mio babbo, una delle più grandi flotte e che la mafia aveva fatto la richiesta del pizzo all’armatore che possedeva anche una fabbrica per inscatolare il tonno. Ma questi un giovane grande e grosso non ne voleva sapere. Quella mattina avvene un fatto eccezionale. Giorno e notte i più vecchi pescatori esplorano il mare. A riva quando si annuncia l’approssimarsi del branco diventano tutti pazzi e non è certo il padrone a dare prova di maggiore calma. Una mattanza mal condotta può voler dire la perdita delle reti, milioni, molto più della richiesta del pizzo. E poi lo stabilimento inoperoso, una fortuna svanita con la fuga dei tonni. La mattanza la fanno 40 uomini i quali ubbidiscono ciecamente a un capo: il rajs, e i rajs in tutta la Sicilia si contano sulle dita di una mano. La loro abilità è stupefacente. Stanno soli, su una barchetta, tenendo tra il pollice e l’indice uno spago al quale è legata una piccola pietra. Immergono quello scandaglio e dalle vibrazioni che avvertono sanno se i tonni sono entrati, se sono grossi o piccoli, molti o pochi, se ci sono tutti o solo l’avanguardia del gruppo, se nel branco c’e anche il delfino o il pescespada. Attorno al rajs, su barche più grandi, gli altri levavano urla spaventose, per convogliare il pesce e lo strepitio li ubriaca. Cadono in uno stato di forsennata bestialità, e ,forse, l’abilità più straordinaria del capopesca è far loro intendere al momento opportuno l’ordine della mattanza. Quella mattina i banditi non presero il padrone della tonnara, come avevano minacciato, ma il rajs, e non lo catturarono sulla riva, un giorno o un’ora prima che fosse segnalato il branco, ma in piena mattanza, mentre stava esplorando il mare con la pietra legata allo spago, sporgendosi dal bordo della sua piccola barca, in mezzo a 20 grandi imbarcazioni. Vogarono fino alle sue spalle senza che nessuno se ne accorgesse. Gli diedero un colpo di reme in testa, un colpo dosato che stesse svenuto per un quarto d’ora circa, e lo portarono a terra in prossimità dello stabilimento. Gli uomini della mattanza continuarono ad urlare e a bastonare l’acqua. Il padrone sulla riva. non riusciva a capire cosa stesse accadendo e sudava freddo. Ancora un po che durasse ed era tutto perduto. Fu allora, lo sapemmo soltanto dopo in un bar del paese, che uno della banda gli si avvicinò e disse: “Ve lo debbo dire io, quello che sta accadendo: vi abbiamo preso il rajs per via di quei milione. Ora decidete voi. Quelli sono ubriachi. Stanno impazzendo. C’è un uomo solo che sa dominarli, lo sapete bene. Finiranno per spaccarsi la testa a vicenda, a colpi di remo. Voi perderete remi, barche, tonni. Avrete un monte di guai. Ma se volete in due minuti il vostro uomo sarà qui. E non occorre che paghiate subito. Basta la parola. Il rajs tornò un pò stordito per la legnata, ma in gamba. Vogò in mezzo a quel disordine e anche quella mattanza finì bene. Questo è il più emozionante ricordo delle mie estati in Sicilia, della quale ricordo tutto con piacere a cominciare dall’indirizzo di quella bambina:
Stefania Prestigiacomo Vicolo dei Fichi d’ India, 3 – 96100 Siracusa.

Altre puttanate:

Gemelli diversi: Francesco Caruso (Disobbediente alla Camera) – Paolo Baffigi (impiegato comunale)

10 giornate di campionato. Si salva solo Giorgio Corona con i calzoncini nelle mutande come il grande Marito Kempes e Bruno Giordano fino a quando non incomincerà a vendersi le partite.

A volte , anche se so che non è vero, mi piace pensare che anche le persone famose leggano Pilarella.com e la mia rubrica. Vi ricordate il numero “cinque minuti e poi…”? Ebbene Claudio Baglioni ha scelto proprio questo singolo per lanciare il suo doppio “Quelli degli altri…”. Come minimo noi siamo avanti alla notizia. A proposito del lavoro di Baglioni, devo dire che l’idea è buona, in quanto è meglio una trentina di classici che canzoncine usa e getta. Ma Baglioni pur essendo un bravo cantante, non è un grande interpetre, per cui canta questi capolavori alla stessa maniera per cui scivolano via senza lasciare traccia. Visto che ci siamo, parliamo di Zucchero. Testi demenziali. Ormai fa cagare. Non mi sembra il caso di dire qualcosa sui Finley, mi fermerei invece per dire due parole su due uscite. Il disco di Gianmaria Testa “Da questa parte del mare” un concept sulla solitudine. Molto bello. L’altro sono i Marlene Knutz, arrivati ad un livello di maturità notevole, ma ancora troppo legati al clichè alternativo per provare a fare un passo avanti viste le doti notevoli che hanno

La gioventù di oggi è educata, informata, apparentemente libera e disinibita, ma in realtà è ancora più schiava di quando era censurata. E’ tutto falso, perché quanto è concesso, permesso alla fine diventa obbligatorio. Non lo dico oggi io. Lo diceva Pier Paolo Pasolini nel 1975. Io dico che a più di trentanni di distanza la situazione e peggiorata.

“L’areoporti io l’ho girati tutti. Tutti!” (Peppone)

A volte mi resta difficile trovare argomenti da trattare. Poi magari ascolto una canzone e zac! mi viene. Per esempio mi vengono in mente i post sessantottini locali. Quelli veri, non quelli “nati vecchi”, che erano legati ai soliti interessi, quali il calcio, il palio marinaro, le guerre tra bande rionali, la topa ecc. ecc. No parlo dei sessantottini veri, quelli con i capelli e le barbe lunghe, quelli con il braccio alzato e pugno chiuso, quelli incazzati con i padroni, quelli con le bisaccie e l’eskimo. Quelli che “avevano fagocitato un aria nuova, uno stile di vita, una filosofia militante, che travalicava i canoni paesani.” Oggi sono invecchiati, un pò sordi, loro che erano campioni di furori devastanti e avevano interpetrato la condizione giovanile come irrinunciabile territorio di rivoluzione. Ecco, dove sono oggi? Ve lo dico io dove sono: o nell’azienda di famiglia, o in un postostatale, o a servire quei padroni che loro stessi arttaccavano. Molti hanno il secondo e il terzo lavoro. Tutto al nero. Chi fa politica, ha anche fatto parte in liste comunali marcatamente di destra, o al meglio appoggiano i democristiani di allora. A proprio ragione il Liga quando nella sua Happy hours canta “…si nasce da incendiari, si muore da pompieri…”

E’ di ieri l’ invenzione del reggipetto che aprendolo si trasforma in borsetta. Se lo compra G………, con la misura che porta quando lo apre si ritrova uno zaino.

Me l’ha detto la Ventura: Cucchione nella prossima Isola dei famosi.

Qualche anno fa mi raccontava che lui l’aveva fatto in tutti i modi e in tutti i posti. Li mancava l’aereo, ma aveva troppa paura di volare. Ora che, a sessantanni suonati, ha per la prima volta preso l’aereo con la sua compagna sono sicuro che è entrato nella miles high club.

Sono cresciuto a cappuccino, cornetto e Corriere dello Sport. Poi il quotidiano romano ha incominciato a far cagare e sono passato alla gazzetta. Ora anche la gazzetta è illeggibile. Sembra di leggere Vanity Fair. Infatti il direttore viene da li. E sè portato dietro pure il Mago dell’ oroscopo. Ma possibile? Poi c’è chi dice che il meglio giornale è Libero. Ma questa è un altra storia. Ve la racconterò un altra volta.

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