mercoledì, Aprile 24, 2024
Amore Impossibile

Un amore impossibile by Giorgio Severi (11ª puntata)

“Caro Rocco, perdonami se non ho avuto il coraggio di parlarti di persona, ma sono molto triste. Sono stata tutta la sera a pensare alla nostra storia e la conclusione e’ stata che non possiamo andare avanti. Avrei voluto incontrarti dieci anni prima, ma oggi non sono piu’ la ragazzina sbarazzina di un tempo. Il mio cuore vorrebbe scegliere te, ma la testa dice che farei uno sbaglio. Ed io non ho piu’ la possibilita’ di sbagliare. Non ti scordero’ mai. Monica.”
La ragazza si lasciò andare sul letto e incominciò a piangere. Come un rewind la sua vita gli passò davanti. Il primo ragazzo a sedici anni, gli anni del liceo. Si chiamava Federico e fu con lui che perse la sua innocenza. Durò fino ai ventanni, quando una domenica sera al Divina, nel centro di Genova, conobbe Branco, il terzino brasiliano. Fu amore a prima vista, violento. Branco era sposato, avevano sempre i paparazzi alle calcagna. Si vedevano anche a Brescia, ma piano piano la passione finì. Poi vennero gli anni di Cala Furia con Corrado e qualche avventura usa e getta. Fino ad oggi, al matrimonio imminente con Anselmo. Rocco l’aveva presa di testa e questo la spaventava. Ad una cotta, tutta sesso, magari sarebbe stata preparata, ma questo romanaccio l’aveva conquistata con la sua personalità. Con la sua filosofia, e per questo decise di non rivederlo più. La mattina dopo Filomena vide la busta sotto la porta. Lesse: “X il signor Martini “. Bussò alla camera e disse: “Signor Rocco, c’e’ posta per lei “….. Senza capire il perché, Rocco si sentì più rilassato dopo aver letto il contenuto della lettera. Probabilmente capiva che quella era la miglior soluzione per tutti. Non si sarebbe perdonato se avesse fatto soffrire Monica. La giornata era bella, lei sarà gia’ stata sulla via di Genova; indossò un paio di jeans slavati che abbinò ad una camicia a righine celesti e bianche. Ai piedi un paio di Superga. Arraffò il lettore portatile ed il cd con la colonna sonora di C’era una volta l’America e Amapola by Ennio Morricone. Aveva voglia di una giornata di pieno relax. Si diresse verso l’edicola. Era qualche giorno che non leggeva e guardava la tv. Estraniato dal mondo. Solo lui e lei. E Giuntino. E Robertino. Quando entrò si accorse che era tutto cambiato. Il banco non era più sulla destra ma al centro. C’era meno roba in mezzo e non c’era piu’ la signora minuta che serviva. Dietro il banco un ragazzino biondo castano con gli occhi verdi ed un nastrino del camerun attorno al collo. Rocco chiese La Repubblica edizione romana, il Corriere dello Sport e l’Espresso. Pagò con 10 euro e capì che una cosa non era cambiata. Anche il giovane come la signora di prima si incartava a fare il resto. Per fortuna lui aveva una calcolatrice a portata di mano e dopo alcuni tentativi riuscì a dargli il resto. Rocco stava per uscire, ma poi chiese al ragazzo se poteva consigliargli un libro dove potesse entrare nella cultura del paese. Il giovane rispose: “Le consiglio Pale a prua, l’ha scritto il sindaco del paese, e se usa internet puo’ andare sul sito del rione fortezza. Anch’io collaboro, ora sono impegnato, ma in inverno scriverò dei pezzi tratti da questo libro. Lei di dov’è di Roma? Noi di Argentario Vivo cerchiamo persone per il Corteo storico. Lei sarebbe perfetto come Governatore…”. Rocco ringraziò e disse che ci avrebbe pensato. Uscito dall’edicola, guardò la prima del Corriere e fu colpito dal titolo. LOTITO: SALVERO’ LA LAZIO. Ma chi era sto Lotito? E dov’era quando lui e i suoi amici portavano in trionfo Chinaglia, Re Cecconi, Garlaschelli, Wilson e Frustalupi? E dov’era sopratutto nel 1978, l’anno del – 9. L’anno di Neno Fascetti, di Mimmo Caso e sopratutto di Giuliano Fiorini. La Lazio si salvò e lui tutte le domeniche era nella Nord. Era ormai arrivato a casa quando si trovòa chiedersi se a Porto Santo Stefano ci fosse stato qualche tifoso laziale. Fu allora che vide appoggiato alla porta della Veleria un ragazzo con la faccia simpatica e una maglietta della Lazio. A Rocco la domanda venne spontane: “Scusi…”. ” Dica…” rispose il giovane. “Lei e’ della Lazio?”.

-continua-