venerdì, Marzo 29, 2024
Amore Impossibile

Un amore impossibile by Giorgio Severi (5ª puntata)

Pioveva. Pioveva a dirotto. Rocco avrebbe voluto morire, scomparire, svegliarsi e rendersi conto che era tutto un sogno. Ma invece non lo era. E allora decise di reagire come aveva sempre fatto in vita sua. In culo la moglie e pure Dosetti, ed in culo pure quel pappone di Maurizio Costanzo. Ed i figli? In culo anche loro, cosi’ diversi da lui, sempre contrario alle raccomandazioni e che a 19 anni nel momento che iscrisse all’universita’ rifiuto’ un posto nell’azienda paterna. Lui il figlio maggiore. Oggi i fratelli sono uno amministratore delegato e l’altro banchiere nella banca legata alla famiglia. Lui no.
Il giorno stesso che si iscrisse alla Sapienza lesse su Paese Sera che Michelangelo Antonioni cercava comparse per “Blow-up”. 1966. Si presento’ la settimana dopo ed il regista dopo 10 minuti di colloquio gli disse di andare all’Hotel Ambassador, in Piazza di Spagna. Li via avrebbe trovato Tonino Guerra. Il giorno dopo fu assunto come aiuto-sceneggiatore e la sua vita cambio’. Per sempre. Di esami pochi. Al massimo uno all’anno. Ed uni lasciata quando mancava soltanto la tesi. Il matrimonio, i figli uno dopo l’altro. Il lunario da sbancare. Ma Matilde gli era vicino. Non l’ha mai fatto sentire in colpa. Lui ed il suo genio incompreso. Poi quella che poteva essere la svolta. 1978. Enrico Maria Salerno lo chiamò per fare la sceneggiatura del suo film. Eutanasia di un amore.Tratto dal best seller di Giorgio Saviane l’anno prima. Cast importante. Tony Musante e Ornella Muti. A pensarci bene fu quella la prima ed unica volta che era stato a Porto Santo Stefano. Solo in transito per andare all’isola di Giannutri per girare alcune scene. Fu un grande successo. Ma Rocco si macchio’ di una grave colpa. Sara’ stata colpa della luna o dei Grottoni, propria sull’isola ebbe una notte d’amore con la protagonista. Non passo’ innosservata e siccome la Muti era al tempo legata con un importante produttore, per Rocco le porte del cinema si chiusero inevitabilmente. Solo sceneggiature di qualche reclame. Durata massima 20 secondi. Se andava bene qualche impegno al teatro. Fino allo scorso gennaio. Quando il Nokia suono’.” Pronto…Rocco Martini?” “Si sono io” ” Sono Gino Paoli, vorrei proporle la sceneggiatura del video-clip per il lancio del disco con Ornella Vanoni. Poi magari si potra’ parlare anche della turnee teatrale del prossimo autunno”. Rocco accettò. Si senti’ ringiovinire. Ed un appuntamento sull’agenda:20 aprile. Genova. Giardini villa Doria. A pensarci bene pioveva anche quel giorno. Era la sera della presentazione dell’evento. Disco,libro e turnee.
Pioveva e tirava un vento insolitamente freddo per quel giorno di primavera in quella straordinaria citta’ di mare. Rocco indossava una camicia rossa e una giacca di lino-bianco Positano su dei jeans rovinati. Quando pensava che quella sarebbe stata “solo” una grande occasione per rilanciare il suo lavoro, ecco che provo’ un’emozione che lo turbo’. Lo sconvolse. Un’emozione che stava per cambargli la vita. Aveva una camicia fucsia che le copriva i fianchi e strani occhiali un po’ a triangolo. Faceva la pierre anche se quello non era il suo lavoro. Piacere Monica Parodi. Piacere mio Rocco Martini. Paoli parlava ed Ornella acconsentiva con la testa. Avrebbero avuto entrambi settantanni il prossimo settembre, ma lei aveva sempre un bel culo. Gino disse a tutta la truppe che chi voleva alla fine dell’incontro con la stampa potevano andare ad un club nel centro storico per mangiare qualcosa. Rocco arrivo’ per primo. Dopo aver smontato tutto a villa Doria la pierre arrivo’ insieme agli altri. E lui si illumino’. Fra una portata e l’altra le scrisse su un biglietto il suo numero di telefono e sotto:” Sei fantastica”. Non sapeva niente di lei, ma gli ispirava tutto, sesso, simpatia, allegria e un fondo di malinconia. Si guardarono sorridendosi tutta sera, dimenticandosi degli altri, di Paoli della Vanoni di sapore di sale e del conto da pagare. All’uscita Rocco la guardo negli occhi. E mentre gli altri continuavano a parlare a gruppetti fra loro, si allontanarono verso Piazza De Ferrari. Scomparendo al primo piano di un bar elegante come due fidanzati di una domenica sera di noia da ammazzare. Mentre la guardava negli occhi lui gli a tratti le accarezzava il seno. Entrambi erano attratti e allo stesso tempo avevano paura l’uno dell’altra. Bevvero un vino bianco secco, fumarono, indugiarono per dare il tempo agli altri che ormai li stavano cercando di impazzire completamente. Sapevano che quella sarebbe stata una notte magica, una notte straordinaria. Intanto la piazza era deserta e aveva smesso di piovere su Genova. Erano le tre di notte quando entrarono nell’albergo prenotato per la troupe con passo felpato, come due ladri, due assassini, due amanti incalliti e viziosi, due bambini il primo giorno di scuola. Lei gli aveva detto che si sarebbe sposata in Ottobre. A Genova. Ma che per la fine di Giugno avrebbe passato un week-end a Porto Santo Stefano dai suoi genitori. Infatti la nonna era originaria di la, era una Castriconi. I suoi avevano ancora la casetta di famiglia in via Orlando Carchidio. Sarebbe andata sola e chissa’… Per questo Rocco, come meta della sua fuga da Roma scelse l’Argentario.
La barca dell’amico era soltanto una scusa. In cuor suo sperava che Monica l’avrebbe cercato. Ed ora quell’ultimo venerdi’ di giugno lui era li’. Al bar Giulia. Segatura sul pavimento e marinai in calzoncini corti con le cerate gialle e gli stivali. Il nokia appoggiato sul tavolino. Gli aveva detto Monica di andare a Porto Santo Stefano. Gli sarebbe piaciuto. E poi non piove mai… E invece pioveva. Pioveva silla pasta al forno di Gigetto. Pioveva sui tramezzini di Piperone. Pioveva che Dio se n’era dimenticato…

-continua-